Artificial Intelligence – AI

L’intelligenza artificiale è il ramo dell’informatica che si propone di realizzare sistemi in grado di simulare quelle caratteristiche cognitive-comportamentali prevalentemente umane (percezioni  – visive o uditive, predittive o decisionali). E’ facile pensare che questa sia una scienza recente: in parte è vero, soprattutto se la accostiamo alle app per il riconoscimento di un brano audio o, restando nel tema dell’intelligenza di tipo “percezionistico”, al riconoscimento facciale. Tuttavia, a ben pensarci, le logiche che governano il funzionamento dei modelli metereologici con finalità predittive, in uso ormai da diversi decenni, possono essere considerati certamente un esempio pratico di AI.



Machine Learning – l’apprendimento automatico

L’elaborazione dei dati, la capacità di comprensione e l’analisi degli stessi, sono elementi che permettono di prendere decisioni autonome, rappresentano probabilmente l’idea di intelligenza artificiale trasmessaci da registi e scrittori che hanno affrontato l’argomento nel corso del tempo. Sebbene i risvolti non abbiano raggiunto le pieghe drammatiche di libri e film, possiamo senz’altro dire che l’apprendimento automatico sia stato (e sia ancora) oggetto di sviluppo e ricerca continui, nonostante che il livello raggiunto sia già ragguardevole e consolidato nella nostra quotidianità. Un esempio: la pagina iniziale del nostro browser preferito, che ci propone dei contenuti diversi ma inerenti rispetto i nostri interessi, non è forse questo un caso di machine learning? Oppure pensiamo agli smartphone di ultima generazione, capaci di riconoscere se ci stiamo muovendo a piedi o in auto, elaborando la nostra richiesta per creare un itinerario che permetta di andare dal punto a al punto b in modo automatico, fornendo il migliore tragitto possibile.



Sistemi HPC

Da questi piccoli esempi risulta già evidente che, qualsiasi sia il tipo di intelligenza artificiale che andremo a simulare, sarà tanto più efficace quanto più numerose e dettagliate saranno le informazioni da elaborare. Il volume e la granularità delle informazioni sono tali da richiedere uno sforzo enorme per la loro elaborazione; è dunque necessaria l’utilizzo di un sistema HPC (High Performance Computing), una piattaforma con capacità computazionali enormemente superiori a quelle di un qualunque personal computer.
Il paradigma che sta alla base di un sistema HPC è l’esatto opposto di quello che governa un normale elaboratore, dove la complessità dell’elaborazione viene scomposta in una serie di elaborazioni semplici eseguite in maniera sequenziale. In un sistema HPC invece l’elaborazione viene scomposta in una serie di operazioni che vengono eseguite in parallelo coinvolgendo più processori, sfruttando il cosiddetto cluster HPC, un insieme di macchine collegate tra di loro attraverso una rete ad altissime prestazioni. Il cambio di paradigma impone che ogni componente del sistema sia ad alte prestazioni, ottimizzato in modo tale da diminuire al minimo il tempo di elaborazione.



Il Metaverso

Il termine Metaverso, sebbene giunto alla ribalta piuttosto recentemente, in realtà ha origine nei primi anni 90 (precisamente nel 1992, nel romanzo Snow Crash di Neal Stephenson). Aldilà della genesi della parola, è il suo significato ad essere piuttosto interessante.

Cos’è esattamente il metaverso?

E’ difficile spiegare a parole cosa sia il metaverso, perché sostanzialmente si tratta di qualcosa di intangibile e di profondamente virtuale. Potremmo definirlo come una realtà alternativa in grado di esistere grazie ad internet, basata sulla “virtualità” che internet ed i social media ci hanno già abituato a conoscere. Visto l’assunto, potremmo essere tentati di catalogare il metaverso come qualcosa di ludico; in realtà le potenzialità sono praticamente illimitate e, in alcuni casi, già attuali: pensiamo per esempio alla F1, in cui i simulatori sono ormai una risorsa fondamentale per lo sviluppo e la messa a punto delle monoposto da gara, rendendo più efficaci ed efficienti i team che hanno implementato sistemi più realistici dei concorrenti.

E’ facile ipotizzare la diffusione di software di modellazione 3D che, oltre a consentire la definizione di un determinato componente, permettano poi di simularne il comportamento o la durata nel tempo.


Possiamo quindi immaginare il metaverso come un nuovo business del web, una realtà virtuale alternativa con notevoli potenzialità, dove confluiranno tutti i processi per validare la correttezza dei risultati ottenuti, per passare successivamente alla realizzazione vera e propria.

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